Facilitare il reinserimento del condannato nella società civile sottraendolo all'ambiente carcerario.

Le misure alternative alla detenzione consentono al soggetto che ha subito una condanna di scontare la pena detentiva, tutta o in parte, fuori dal carcere (legge n. 345/1975 sull’ordinamento penitenziario).

Lo scopo è quello di facilitare il reinserimento del condannato nella società civile sottraendolo all’ambiente carcerario.

Fin dal 2001 la Cooperativa Olivotti ha realizzato progetti in collaborazione con le varie istituzioni penitenziarie del Veneto. Nel settembre del 2012 è stato siglata, presso l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna delle città di Venezia, Treviso e Belluno, una convenzione con i seguenti obiettivi:

Sensibilizzazione

Promuovere azioni congiunte di sensibilizzazione nei confronti della comunità locale rispetto al sostegno e al reinserimento di persone in esecuzione penale.

Attività Riparative

Promuovere la conoscenza e lo sviluppo di attività riparative a favore della collettività.

Rete di Risorse

Favorire la costituzione di una rete di risorse che accolgano i soggetti in esecuzione di pena, siano essi detenuti ammessi alla misura alternativa del “lavoro esterno” o della semilibertà, o che abbiano aderito ad un progetto riparativo.

L’introduzione delle misure alternative alla detenzione (legge Gozzini) ha favorito le persone detenute, rendendo loro possibile l’espiazione di una parte della pena al di fuori dalle mura del carcere.

Nella sua storia la cooperativa ha sempre accolto persone provenienti dal carcere. Gli istituti maggiormente diffusi sono la semilibertà (soprattutto in passato, essa consentiva a molte persone di lavorare all’esterno per poi rientrare in carcere la sera), l’affidamento in prova ai Servizi Sociali e la detenzione domiciliare.

La Olivotti è convenzionata con il Tribunale di Venezia per accogliere persone sottoposte alla misura di “messa alla prova” o sottoposte a “Lavori socialmente utili”. E’ convenzionata con l’UEPE per accogliere persone sottoposte ad “attività riparativa”. Inoltre nelle comunità terapeutiche possono essere accolte persone sottoposte agli “arresti domiciliari”, alla “detenzione domiciliare” e in “affidamento in prova al servizio sociale”. Nelle comunità educative per minorenni possono essere accolte persone sottoposte a “misura cautelare” e a “messa alla prova”.

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